L' ultima a lanciare in iper e supermercati e punti vendita di quartiere
una linea «no gluten» a marchio proprio è stata, lo scorso luglio,
Carrefour. Pasta, pane, biscotti, merendine: 13 referenze dall' aspetto e
(assicura l' azienda) dal gusto molto simile a quello dei corrispettivi
tradizionali, ma adatte alla dieta di chi soffre di celiachia, l'
intolleranza al complesso proteico chiamato glutine, contenuto nella
maggior parte dei cereali più utilizzati dall' industria alimentare. «Si
tratta di prodotti già in vendita in Francia, Spagna e Belgio», dice
Angelo Arrigoni, coordinatore gamme specifiche in Carrefour Italia.
«Le
sinergie a livello europeo hanno reso sostenibile il lancio di una gamma
dedicata a una nicchia di consumatori». Una scelta, spiega Andrea
Baggio, responsabile prodotti a marchio Carrefour Italia, «inserita in
un più ampio processo di segmentazione e attenzione a target specifici»
portato avanti dal gruppo. Certo è che il colosso francese non è l'
unico ad aver individuato nel glutenfree un business su cui puntare. Dal
2005 a oggi la Coop ha visto triplicare il valore dei prodotti senza
glutine venduti nei suoi supermercati, un terzo dei quali sono a marchio
proprio. Sammontana e MottaNestlé hanno ottenuto, per alcuni gelati, il
simbolo della Spiga barrata, concesso dall' Associazione italiana
celiachia (Aic) ai prodotti idonei al consumo da parte di chi è
intollerante al glutine. Algida (Unilever) diffonde una linea parallela
di gelati con il medesimo look e appeal dei sorbetti più venduti. Lo
stesso hanno fatto nomi storici del settore dei prodotti da forno, per
esempio Galbusera con la linea ZeroGrano (che quest' anno è tra i
prodotti più performanti dell' azienda, con una crescita a doppia cifra
rispetto al 2009). Ma fanno ottimi affari soprattutto le società
specializzate in questa nicchia, come Dr.Schär, BiAglut (gruppo Heinz),
Pandea (Malgara Chiari e Forti), Farmo e la farmaceutica Giuliani con il
brand Giusto. Il senza glutine ha generato in Italia, tra agosto 2009 e
agosto 2010, un giro d' affari di 215 milioni di euro (dati Nielsen). E
i numeri sono in continua crescita, visto che i celiaci diagnosticati,
oggi poco più di 100 mila, aumentano del 10% all' anno, e secondo l' Aic
almeno altre 400 mila persone soffrono dell' intolleranza senza esserne
consapevoli. Il mercato degli alimenti dedicati presenta alcune
caratteristiche peculiari: «La domanda è anelastica perché il Servizio
sanitario nazionale garantisce ai celiaci buoni acquisto che coprono la
differenza di costo tra il prodotto sostitutivo (inserito in un registro
nazionale ad hoc) e quello tradizionale», osserva Susanna Neuhold,
responsabile food dell' Aic. Il sussidio, che raggiunge i 140 euro
mensili per gli uomini e i 99 per le donne, «fa sì che i consumatori
siano più attenti alla qualità che al prezzo. Che è più elevato per
diversi motivi: da un lato il no gluten resta una nicchia, per cui è
difficile raggiungere economie di scala, dall' altro la proteina
mancante deve essere sostituita con ingredienti e additivi più costosi».
L' altra particolarità riguarda il canale di vendita: «Quello
prevalente è ancora la farmacia (73% delle confezioni vendute, in base
ai dati Nielsen, ndr ), che permette di ordinare e ricevere in breve
tempo una gamma molto ampia di prodotti. Inoltre, le farmacie sono
meglio organizzate per la richiesta di rimborso alle Asl a fronte dei
buoni». La gdo, pur continuando a offrire una varietà più limitata, sta
facendo però passi avanti. Coop, Esselunga e Conad hanno avviato
convenzioni con le Asl di alcune regioni, in primis Toscana, Emilia
Romagna e Liguria, e i risultati si vedono: la crescita delle vendite
registrata nell' ultimo anno è stata trainata dal +13,2% messo a segno
da super e ipermercati. Non per niente le principali aziende del settore
presidiano, pur con marchi diversi, entrambi i canali. L' altoatesina
Dr.Schär, leader italiana con una quota di mercato del 47% (nonché il
40% del mercato europeo), è presente nelle farmacie con il marchio
Schär, lanciato sul mercato già nel 1982, e nella gdo con i surgelati e
cibi pronti a marchio Ds, acquisito nel 2002. Al gruppo, che ha il suo
quartier generale a Postal (Bolzano), due stabilimenti in Germania e un
centro r&d nell' Area science park di Trieste, fanno capo poi
Glutafin e Trufree, destinati al mercato britannico e a quello
nordamericano, e Glutano, venduto in Germania. «L' offerta si compone
oggi di oltre 140 referenze. Ogni cinque anni abbiamo raddoppiato il
fatturato, fino a raggiungere nel 2009 i 130 milioni di ricavi, il 40%
dei quali arriva dall' Italia e il 20% dalla Gran Bretagna», racconta il
presidente Ulrich Ladurner. «Tutti i segmenti sono cresciuti, ma negli
ultimi anni hanno trovato ottima accoglienza i piatti pronti, che
permettono di diversificare facilmente il pasto del celiaco quando gli
altri componenti della famiglia seguono una dieta con glutine e sono
perfetti per il fuori casa», una tipologia di consumo su cui Dr.Schär
sta puntando molto ( vedere box a pagina 41 ). I nuovi prodotti vengono
messi a punto nel centro ricerche triestino, che studia come sostituire
in modo efficiente, utilizzando per lo più riso, mais e soia, le farine
contenenti glutine. «L' innovazione è un driver fondamentale di successo
per i brand del senza glutine», racconta a questo proposito Davide
Paganoni, marketing manager Milk & medical food di Heinz Italia, che
con il marchio BiAglut (70 referenze rinnovate a un ritmo del 15% all'
anno) controlla il 18% del canale farmacia, da cui ricava il 70% dei 25
milioni di euro di fatturato, mentre nella gdo vende con il marchio Free
Aglut. «Il gap tra offerta e aspettative del consumatore è ancora
ampio, quindi è cruciale investire in ricerca, sul fronte del gusto ma
anche su quello nutrizionale. Non basta rendere i prodotti gradevoli
riempiendoli di grassi e zuccheri: è necessario sostituire il glutine
con altri complessi proteici. Noi utilizziamo un estratto di proteine
del lupino, che ha un ottimo contenuto di fibra e pochi grassi ed è un
ottimo emulsionante naturale». Per Matteo Malgara, ad di Dietetica e
protagonista negli ultimi cinque anni del rilancio del marchio del senza
glutine Pandea (acquisito dal gruppo Malgara Chiari e Forti già nel
1970), il miglioramento della qualità organolettica degli alimenti per
celiaci deriva dall' allargamento del mercato, che «ha permesso di
investire in impianti più grandi, come quelli del nostro stabilimento di
Parma, grazie ai quali otteniamo dalle farine di riso e mais prodotti
con un ottimo grado di morbidezza, compattezza e masticabilità». Il
canale farmacia (dove è presente con il marchio Pandea prodotti
dietetici) e la gdo (brand Liberi di mangiare) contribuiscono alla pari
al giro d' affari della società, che è cresciuto a ritmi del 15-20% all'
anno e si appresta a sfiorare i 10 milioni di euro contro i 7,5 del
2009. Presente all' estero con il marchio Free to eat, lo scorso anno
Dietetica ha acquisito poi dal gruppo Germinal la linea di prodotti
dolciari Celì, venduta in tutti i canali distributivi. Le referenze sono
un' ottantina (10-15 sostituite annualmente) e vanno dai biscotti per
la colazione ai primi piatti surgelati, a B-free, bevanda alcolica con
luppolo e malto di sorgo: un' alternativa alla birra, off-limits per i
celiaci visto che anche il malto d' orzo contiene glutine.0 300 250 200
150 100 50 181 205 215 Pasta 22% Dolci 30% Farina 4% Farmacia 73% AGO
2008 AGO 2009 AGO 2010 Surgelati 9% Pane e Sostituti 34% Iper+Super 27%
Altri Prodotti 1% VENDITE CONFEZIONI PESO E ANDAMENTO CATEGORIE VENDITE
VALORE IN MILIONI DI EURO
VINCE LA FARMACIA SCAFFALE IN CRESCITA
FARINE E BISCOTTI La distribuzione di prodotti per celiaci in Italia L'
andamento del giro di affari dei cibi senza glutine La suddivisione
merceologica. Fonte: Nielsen
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